
Rispetto a quella trapanese, quella di Erice ha una storia relativamente recente: istituita nel 1742, originariamente era mista, perché composta da statue lignee e da personaggi viventi fino al 18 aprile 1851 quando fu solamente composta da sei vare e dal simulacro della Madonna Addolorata.
Anche se è meno rinomata rispetto alla processione di Trapani, quella dei Misteri di Erice ha un suo fascino e richiama in vetta moltissimi visitatori grazie alla forte campagna di promozione compiuta dagli operatori turistici per farla conoscere, perché è una manifestazione dal forte sentimento popolare.
E poi chi vuole vivere un momento più devozionale, allora l´ambientazione di Erice ben si concilia con questo sentimento, perché le vie del borgo medievale sono più silenziose e consentono ai fedeli un maggiore momento di raccoglimento e di preghiera.
Come dicevamo le vare sono 6 e rappresentano la Passione di Cristo, ovvero Gesù nell´Orto dei Getsemani, la Flagellazione, la Coronazione di Spine, l´Ascesa al Calvario, il Crocifisso e l´Urna; infine la processione si chiude con il simulacro dell´Addolorata avvolta da un lungo manto nero. Anticamente una caratteristica di questa processione era anche la rappresentazione dei riti corporali, ma tale pratica fu definitivamente vietata nel 1856 su disposizione del vescovo di Trapani, che proibì tali tragiche rappresentazioni.
Altre differenze con la processione di Trapani sono la conclusione nell´arco di un pomeriggio; infatti, il rientro è previsto entro le ore 20 e inoltre sono assenti gli accompagnamenti musicali, poiché il corteo religioso si snoda solamente in silenzio, accompagnato dalla preghiera dei devoti che trasportano le vare portate a spalla.
Un´altra differenza rispetto al rito trapanese consiste nell´assenza delle tipiche annacate; infatti, i portatori quando li devono poggiare a terra, utilizzano delle apposite forcelle, che aiutano i portatori a muoversi sull´impervio basolato.
L´itinerario come ogni anno è abbastanza breve e prevede un percorso che li conduce per il centro storico ericino, partendo dalla chiesa di S. Giuliano, da dove escono e dove poi ritornano in serata.
(Testi Giuseppe Puglia)